Case green. Parlamento Ue approva direttiva. Immobili in classe E entro il 2030, in classe D entro il 2033

Per il primo gennaio 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno rientrare nella classe energetica E. Tre anni più tardi sarà obbligatorio passare alla classe D. Lo ha deciso la direttiva approvata ieri dal Parlamento Europeo.

La plenaria  ha espresso 343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astensioni.  Gli eurodeputati del centrodestra italiano, a Strasburgo, si sono opposti al testo. Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, ha criticato pesantemente la norma: “La direttiva sulle case green approvata in Parlamento europeo è insoddisfacente per l’Italia. Anche nel Trilogo, come fatto fino a oggi, continueremo a batterci a difesa dell’interesse nazionale. Non mettiamo in discussione gli obiettivi ambientali di decarbonizzazione e di riqualificazione del patrimonio edilizio, che restano fondamentali. Manca però in questo testo una seria presa in considerazione del contesto italiano, diverso da quello di altri Paesi europei per questioni storiche, di conformazione geografica, oltre che di una radicata visione della casa come “bene rifugio” delle famiglie italiane”.

La svolta dell’Europa sulle emissioni degli edifici pubblici e privati ambisce alla ristrutturazione dell’intero parco immobiliare europeo. Ma la battaglia politica è ancora tutta aperta. E i negoziati tra le istituzioni comunitarie sono ora pronti a prendere il via. La riforma della direttiva per l’efficientamento energetico degli edifici è stata presentata dalla Commissione europea il 15 dicembre 2021. Il testo approvato ieri è quello passato in commissione industria. Ma è ancora lontano da essere quello definitivo. Vediamo nel dettaglio cosa sono le Case Green, quanto costano gli interventi e cosa succede alle classi D ed E, maggiormente interessate dal provvedimento.

Il testo prevede che la classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D entro il 2033 per gli edifici residenziali. L’obiettivo della direttiva è di agire prioritariamente sul 15% degli edifici più energivori, che andranno così collocati dai diversi paesi membri nella classe energetica più bassa, la G. In Italia si tratta di circa 1,8 milioni di edifici residenziali (sul totale di 12 milioni, secondo l’Istat).

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